Anzitutto presentiamo un percorso da compiere in pratica nel compito orientativo:
– conoscere e rispettare le capacità e le attitudini dei figli, i gusti, le inclinazioni, le propensioni e gli interessi, aiutandoli a verificare se sono in realtà dati oggettivi, sostenuti da un adeguato rendimento scolastico;
– confrontare le scelte con la personalità del figlio, tenendo presenti elementi importanti, quali l’autonomia, la stima di sé, la maturazione emotiva e sociale, la crescita, la costanza nell’impegno, l’acquisizione di un buon metodo di studio e di lavoro;
– assumere informazioni complete ed oggettive sui percorsi scolastici e sulle opportunità lavorative, facendo attenzione a non sopravalutare certi aspetti di un’informazione non corretta e incontrollata;
– sostenere emotivamente ed affettivamente i figli nella strada intrapresa, soprattutto di fronte alle difficoltà che si presentano nella scuola secondaria, all’università e nell’inserimento lavorativo.
In secondo luogo ecco alcuni suggerimenti che ogni genitore può tenere presenti, per non commettere errori o compromettere l’esito del suo aiuto nell’orientamento:
– essere consapevoli che quello dell’orientamento è un ambito umano esposto per sua natura all’incertezza;
– imparare ad usare e armonizzare bene tutti gli elementi che costituiscono il percorso di orientamento in vista di un possibile inserimento lavorativo;
– affrontare dei “rischi calcolati”, tenendo conto simultaneamente delle possibilità e dei limiti, compresi i fattori di sviluppo della personalità e del contesto sociale ed economico;
– motivare allo sforzo e all’impegno, senza eccedere nelle esortazioni e nei rimproveri verbali, ma usando una corretta pedagogia, allo scopo di conseguire mete che danno senso alla vita e realizzano le aspirazioni più profonde e autentiche della persona.