L’ AMORE a parole… è realtà!!!

Un progetto promosso dal Comitato-biblioteca «G. Rodari» insieme all’ I.C. «M. Minerbi» di Mogliano V.to , con la collaborazione del comune di Mogliano V.to e del Centro COSP-ASTORI ha coinvolto gli allievi delle classi I, II e III media e loro i docenti della scuola secondaria di I grado «R.l. Montalcini» 

Lavorando insieme (responsabili del comune, dirigente scolastico, signore della biblioteca, docenti psicologi del Centro COSP, genitori), si può riuscire parlare di sentimenti con i ragazzi, lasciando loro la libertà di poter scegliere ed esprimere ciò che provano o pensano dell’Amore entrando in contatto con i propri vissuti e più in generale con la propria dimensione emotiva. Gli Insegnanti e gli psicologi del Centro COSP hanno sostenuto e accompagnato nel lavoro gli allievi, aiutandoli in questa ricerca personale….

Attraverso riflessioni, riletture e attività formative in classe, gli allievi sono riusciti ad arrivare a produrre «la frase o il disegno» che racchiuda veramente «il loro modo di sentire o pensare l’Amore», spaziando «dalla vera amicizia alla persona speciale… e a tutto ciò che produce o può promuovere la conoscenza di sé, dei propri sentimenti e la capacità di riconoscere quelli degli altri».

 

Tutte le frasi o i disegni sono stati riprodotti su singole piastrelle che vedete esposte permanentemente su il muro di una via della città di Mogliano V.to (dietro al comune). E’ stata creata così una parete che racchiude uno spaccato della città con le espressioni di tutti, allievi, insegnanti e operatori coinvolti

 

 

 

 

Centro COSP e Radio ASTORI – Programma “CRESCERE”

Si è stabilità una fruttuosa e dinamica relazione tra gli operatori del centro COSP ASTORI e i membri di RADIO ASTORI.

Da qualche mese si sta sviluppando questa collaborazione che vede essere coinvolti gli psicologi del COSP su interventi in merito a tematiche psicologiche, educative e d orientative al fine di essere più vicini e più conosciuti rispetto le situazioni di vita dei giovani e delle loro famiglie.

QUI DI SEGUITO SONO RIPORTATE ALCUNE PUNTATE DELLE TRASMISSIONI:

realtà virtuale

https://drive.google.com/file/d/1i6MxigiAj9nTlH_lYzriogOAVW9G_-Ff/view?usp=drive_link

competenza emotiva

https://drive.google.com/file/d/1CyrakuaWS8z0tGnaFVYp5H2QCBOGoCkD/view?usp=drive_link

gioia

https://drive.google.com/file/d/1OF1vYgBHclb31JRUB1t2HgmkmNdoZhJm/view?usp=drive_link

paura

https://drive.google.com/file/d/1aZYbjnHioCA38PaGBxcY1GfZ8qjmQq1F/view?usp=drive_link

rabbia e tristezza

https://drive.google.com/file/d/1KJQJLia6W3NHXatVRUxqWAwEnObFaEE-/view?usp=drive_link

 

LABORATORIO DI EDUCAZIONE SESSUALE E AFFETTIVA CLASSI 2^ ISTITUTO SALESIANO MARIA AUSILIATRICE DI TRENTO 2022-23

Gli psicologi del Centro COSP-ASTORI, dott.ssa Giada Toso e dott. Andrea Vettorato entrambi psicologi e psicoterapeuti, su richiesta della Direzione del Collegio Salesiano “MARIA AUSILIATRICE” di TRENTO, hanno svolto con gli allievi delle classi seconde della Scuola Secondaria di I gradoUN LABORATORIO DI EDUCAZIONE SESSUALE E AFFETTIVA”, in quanto si riconosce l’estrema importanza di sviluppare e accrescere, nel repertorio delle competenze degli allievi, un’adeguata capacità relazionale-affettiva e sessuale. Anche il mondo degli affetti e delle relazioni va formato attraverso un lavoro educativo.

Gli interventi di educazione sessuale e affettiva hanno lo scopo di “prevenire” comportamenti disfunzionali o a rischio nel futuro, anche accennando a comportamenti da evitare nel web per favorire “un uso consapevole” dei Social, offrendo delle informazioni corrette e adeguate alla loro fase di crescita.

“EDUCARE AD ESSERE” Progetto AGESC e Centro COSP

Il Centro COSP è intervenuto alle serate del progetto Educare ad Essere, organizzate dall’associazione AGESC .

Il progetto ha per titolo EDUCARE AD ESSERE (per testimoniare la bellezza della vita siamo chiamati ad educare le nuove generazioni al desiderio di scelte coraggiose – Papa Francesco). 

Lo scopo del progetto è quello di testimoniare il valore del “NOI” in una società che promuove l'”IO”.

Questo è stato il PROGRAMMA degli INCONTRI:

– venerdì 3 marzo, ore 20.30

COME DIVENTARE GRANDI NONOSTANTE I GENITORI (alleanza scuola-famiglia al fianco dei giovani nel loro percorso di crescita)

– giovedì 16 marzo, ore 20.30

EDUCAZIONE AFFETTIVA NELL’ERA DIGITALE (opportunità, rischi e gestione delle emozioni)

– giovedì 30 marzo, ore 20.30

GESTIONE DEL CONFLITTO CON I FIGLI 

(un continuo tiro alla fune nella ricerca dell’equilibrio tra libertà e regole)

Seguite con una buona partecipazione fin ora tarda, le serate si sono concluse con dibattiti e confronti aperti al pubblico che ha sollecitato i relatori con interessanti domande.

EDUCARE AD ESSERE LOCANDINA

Riflessioni per una consapevole crescita del Sé

La Dott.ssa Giada Toso e il Dott. Andrea Vettorato, psicologi e psicoterapeuti hanno tenuto degli incontri con il fine di introdurre alcune riflessioni centrate sull’approfondimento della conoscenza di Sé e della relazione con gli altri come elementi essenziali per la realizzazione del proprio progetto di vita e per la maturazione di un’autonomia che dia dignità alla persona.

Ottenere una realistica conoscenza di sé in interazione con il mondo, senza illusioni, conseguire un soddisfacente grado di stabilità e di controllo emozionale: questa è la premessa essenziale per elaborare e realizzare la propria vocazione. Il non voler accettare se stessi, il non prendersi cura di sé, il non riconoscere i propri limiti, spesso costituisce la prima fonte di conflitto e di tensione o di blocco. Conoscere se stessi è un compito mai completamente assolto, ma indispensabile per vincere la paura dell’ignoto e per consentire di guardare al presente e al futuro con una certa sicurezza

In aula hanno partecipato più di 90 ragazze con vari interventi e domande.

Orientamento all’università: laurearsi oggi è un problema complesso

Siamo in un periodo nel quale si è già cominciato a pensare all’iscrizione all’Università. Faccenda che per alcuni ragazzi e ragazze tende immancabilmente a diventare quasi un “dovere”. A volte così lo pensano i genitori che vorrebbero il meglio per i loro figli. Lo pensano le istituzioni lavorative che non sempre possono offrire sbocchi professionali per i percorsi di studi scelti e desiderati dai giovanissimi. Lo pensano gli studenti interessati verso il termine del secondo ciclo della Scuola Secondaria Superiore, a volte stressati o un po’ demotivati.

Del resto a ben vedere l’obiettivo di laurearsi non è di certo “dietro l’angolo”. Infatti un numero importante di studenti iscritti al percorso universitario abbandona gli studi e lo lascia dopo il primo o il secondo anno (circa il 24% in Italia). Dato significativo in linea con altre nazioni europee (Belgio, Francia, Grecia, Olanda, Polonia).

In realtà lo studente che vuole iniziare l’Università si trova di fronte ad una frammentazione di corsi di laurea con programmi che non sempre risultano facili da comprendere. Solo una puntigliosa ricerca sui siti internet delle singole Università, così come un’ampia raccolta di informazioni, con le eventuali partecipazioni alle attività di presentazione ai corsi universitari, ai test di ingresso (a volte anche ripetuti), all’analisi su possibili sbocchi lavorativi e descrizione di profili professionali, può permettere di comprendere più dettagliatamente l’articolazione del sistema universitario o della Facoltà che vogliono scegliere.

Due fattori importanti

Ai fini dell’orientamento universitario è di estrema importanza far leva su alcuni fattori:

  • le motivazioni di base per l’iscrizione all’Università, dal momento che ogni curricolo universitario comporta sempre seri sforzi di studio sia per l’impegno che per le capacità richieste. Oltre a ciò da non sottovalutare sono i trasferimenti di residenza, la sistemazione in alloggi provvisori, l’adattamento a condizioni diverse di vita, di relazioni, di orari, tempi lunghi e le spese. Quindi è necessario riflettere e soppesare sé stessi, al fine di avere le idee chiare sulla propria convinzione, capacità ed idee;

  • la capacità di informarsi adeguatamente presso i siti web degli atenei, presso gli eventi ed opportunità proposte e ricorrendo talvolta a Centri specializzati per l’analisi delle proprie competenze. Infatti spesso presso il nostro centro COSP-Astori di Mogliano Veneto, si presentano ragazze e ragazzi che richiedono la possibilità di fare un orientamento universitario al fine di chiarirsi efficacemente le idee per poter scegliere con consapevolezza e maturità.

Una scelta consapevole dell’orientamento

Quando si avvicina il termine per iscriversi in prima superiore crescono i dubbi. Che scuola sce­gliere? Quale dà maggiori sbocchi nel mondo del lavoro? Il dubbio non rispar­mia i genitori, talvolta in crisi nel guidare il figlio in questo passo. Ecco qual­che consiglio, e qualche errore da cercare di evitare.

  • Quale consiglio dare per scegliere la scuola?

Conoscere la scuola che si vuole scegliere significa avere le idee chiare su tre fondamentali domande: Quali materie ci sono? In cosa mi prepara? (“Cosa imparo”). Dopo cosa posso fare una volta finito il percorso? (“accesso università e/o lavoro”). Sceglie­re una scuola che dia una buona cultura di base e non trascuri i linguaggi d’oggi (lingue e informatica). Inoltre se possibile, una scuola facilmente accessibile, non troppo lontana da casa, in modo che l’adolescente non sprechi troppe ener­gie e gli rimanga anche tempo libero dallo stu­dio. Se si può partecipate agli open-day

  • È bene guardare agli sbocchi professionali?

L’orientamento per le terze medie è un’occasione per introdurre il “tema del lavoro”. Chiedere “Cosa vorresti fare come lavoro” non vuol essere un esercizio di preveggenza. Ma creare un momento di confronto tra i pensieri più o meno fantasiosi dei ragazzi e i suggerimenti realistici, concreti dei genitori. Sempre dialogando e con curiosità rispetto alle prospettive future. Importante, durante la scuola superiore sarà effettuare degli stages lavorativi e realizzare esperienze di alternanza scuola-lavoro.

  • Quali errori il genitore non deve commettere?

Parlare troppo della scelta scolastica e con eccesso di preoccupazio­ne. L’effetto è duplice: crea ansia nei figli e li rende radicali le loro po­sizioni. Potrebbe quindi fare esattamente l’opposto di ciò che desi­dera il genitore.

  • Ma quanto possono i genitori intervenire sulla scelta?

In alcune occasioni i genitori si trovano a dover scegliere loro al posto dei figli. In altre, invece emerge che sono i ragazzi che tendono a voler decidere da soli senza consultarsi. Bisogna giungere a una mediazione: tenere conto degli interessi e attitudini dei figli, ma metterli in guardia da fattori non previ­sti sia prossimi che più in là nel tempo, da essi non conosciuti per mancanza di esperienza, attenzione e in alcune situazioni di volontà riflessione. E’ perciò op­portuno aiutare a compiere una scelta consapevole, elastica, che garan­tisca duttilità per il futuro.

  • I coetanei quale ruolo hanno nella scelta della scuola?

Spesso c’è il rischio che le motivazioni di una scelta provengano proprio da­gli amici. Il genitore deve quindi aiutare il figlio ad avere spirito critico, sen­za però creare sfiducia nei confronti del coetaneo.

  • E quando il papà medico o avvo­cato vuole che il figlio segua le sue orme?

Non bisogna mai tra­sferire nel figlio le ambizioni dei genitori e neppu­re caricarlo di aspettati­ve. Bisogna abituarlo ad avere piccole autonomie e responsabilità. Il genito­re deve dare consigli, ma non fare prediche: perchè sono nocive e controproducenti. E comunque non le seguono.

Orientamento in classe : scegliere il percorso di studi nel tempo del Covid

E’ opinione comune che la scuola stia vivendo una situazione particolare per cui è difficile trovare un paragone nella sua storia. Riuscire a svolgere le attività tra incertezze e rischi di rinvio, garantendo comunque continuità nelle lezioni e al contempo l’attivazione di tutte le proposte necessarie al percorso didattico degli allievi. Tra le varie iniziative, per gli alunni delle terze medie, si è presentato il fatidico dilemma della scelta della futura scuola superiore. Sì proprio adesso e proprio in questo periodo di emergenza, dove tutta l’attenzione sembra concentrarsi solo e unicamente sul “presente e sull’attuale”, ci si trova a dover di ipotizzare “il futuro”, “il cosa si farà dopo”, attraverso percorsi di ricerca e riflessione propri dell’orientamento.

Come si diceva, in certe scuole e dove è stato possibile, presidi e professori particolarmente ostinati-convinti sono riusciti ad organizzare iniziative nel campo dell’orientamento, per fornire un aiuto ai loro allievi e alle rispettive famiglie. In alcune occasioni siamo stati coinvolti e ciò ci ha permesso di fare esperienza diretta all’interno della classe tra i vissuti reali, le emozioni, le aspettative e le paure. Ci siamo resi conto di come i ragazzi, nonostante le limitazioni e le difficoltà dovute all’emergenza, hanno manifestato la volontà di andare avanti, di continuare nel proprio impegno di istruzione e di formazione di cui la scuola è “un naturale motore”. Nelle attività proposte sono stati attivi e impegnati cogliendo l’occasione con rinnovata volontà, quasi a significare il loro interpretare il futuro con fiducia e una carica di positività, che non sempre è stato facile riscontrare negli adulti in questo periodo.

A rifletterci, l’orientamento pone le sue basi sulle attitudini e gli interessi acquisiti dall’allievo per aiutarlo a proiettarsi nei percorsi di studio e di lavoro. Ha in sé, quindi una carica decisamente orientata al futuro e richiede confronto, riflessione personale e un atto di buona volontà e di fiducia. Infatti i bisogni di chiarimento e di accoglienza non sono né cambiati né stati minimizzati dalle pressioni e dalle limitazioni dell’emergenza Covid-19. Spesso nelle prove sono emerse le classiche domande sull’orientamento: “Cosa posso fare? – Quali sono i miei interessi? – Sono confuso non so proprio cosa scegliere!” Espressioni che sono una richiesta di aiuto posta sia ai professori che agli operatori, ma in primis ai propri genitori.

I genitori raccolgono questi inviti da parte dei figli confrontandosi però con le complessità di questo particolare momento. Essere presente, starli accanto, aiutarli e sostenerli è fondamentale ma non sempre è sufficiente per accompagnare i figli verso una corretta scelta di orientamento. Il toccare con mano la realtà scolastica presso gli istituti a volte può fare la differenza. Purtroppo in questi mesi gli accessi contingentati con numeri minimi di gruppi accettati, hanno portato a una limitazione per le iniziative di conoscenza delle scuole superiori: le cosiddette “giornate aperte”, altre attività come i laboratori, le visite accompagnate, la possibilità di partecipare a lezioni, esperienze molto significative ed estremamente apprezzate dagli allievi e dai genitori. Non tutto si potrà fare ma in alcuni istituti hanno messo a disposizione dei tutorial on-line e altre iniziative per poter rispondere alle esigenze delle persone.

In ogni caso, si percepisce la volontà in questi attori (genitori, insegnati ed operatori), a lavorare e continuare a sostenere la crescita dei giovani verso la ricerca del proprio percorso di vita e la realizzazione dei propri sogni.

Una scelta sbagliata …. un anno perso!

A

Attività di riorientamento del Centro COSP-ASTORI di Mogliano Veneto

L’anno scolastico 2020/2021 è stato un anno travagliato tra lezioni in presenza e lezioni con la DAD (didattica a distanza). Queste situazioni hanno inciso e tuttora incidono sul normale svolgimento delle lezioni, ma soprattutto sull’andamento e sul rendimento scolastico degli allievi.

Per alcuni l’anno si concluderà in modo positivo, con la promozione tra bei voti e il plauso per un impegno mantenuto sempre costante. Per altri, invece, i risultati potranno essere più mediocri, legati alle difficoltà che gli allievi hanno sperimentato in questo periodo. Infatti, difficoltà di attenzione, concentrazione, un approssimativo metodo di studio, sono il bagaglio negativo che una parte degli allievi ha nello zaino, a prescindere dall’emergenza Covid e dalla DAD.

In più occasioni, come operatori del centro COSP-ASTORI esperti di orientamento, ci troviamo a confrontarci con situazioni di disagio e difficoltà sia degli allievi che dei loro genitori in merito a dolorosi fallimenti scolastici. Spesso interveniamo nel comprendere quali possono essere le cause che hanno portato un ragazzo/a alla bocciatura. Di sicuro le basi sono sempre quelle, legate ad un atteggiamento verso lo studio poco attento e scarsamente motivato. Oltre a ciò ci capita di confrontarci con situazioni personali di disagio più profondo, che toccano il piano delle relazioni (famiglia, compagni e insegnanti) e i livelli di serenità e di soddisfazione personale. Alcune cause si possono ricercare nella scelta del tipo di scuola precedentemente fatta, evitando di tener conto delle capacità, degli interessi, e delle propensioni del ragazzo. Scelte sbagliate legate a tentativi, “al voglio provare”, oppure per il semplice fascino di inseguire amici o amiche su percorsi in realtà poco adatti alle proprie attitudini. Per altre occasioni emergono come possibili cause consigli poco precisi o, in qualche occasione, del tutto inascoltati. Mentre, per altre situazioni, capita che allievi che ottenevano con facilità alle medie buoni voti, utilizzando un relativo impegno, incontrino gravi difficoltà nei primi anni delle scuole superiori. Tutti questi intoppi trovano la loro origine nel fatto che gli allievi, pur accedendo alle scuole superiori, pensano di poter studiare e quindi di doversi impegnare con gli stessi livelli qualitativi ed anche quantitativi, di come erano abituati alle scuole medie.

Andava tanto bene alle medie, bastava che stesse un po’ attento in classe e portava a casa tutti 7 e 8 con facilità!” ..….“Ora, sembra essere un altro ragazzo. I voti vanno male; è sempre triste, parla di meno e sembra aver perso interesse per tutto!”. I genitori, particolarmente le mamme, ci descrivono queste situazioni che creano disagio anche in famiglia, in quanto spesso ci si divide tra l’attesa “perché il ragazzo sta crescendo”, e il desiderio di intervenire per fornire al ragazzo un aiuto per superare il suo momento di disorientamento.

Un contributo fondamentale, infatti, sta nell’incontrare una persona esterna al mondo della scuola e della famiglia, che sappia comprendere il momento, ma sia equidistante e che aiuti il ragazzo nel percorso di consapevolezza rispetto alle proprie potenzialità, alle proprie preferenze e ai propri limiti. Questo tipo di percorso viene definito come “attività di ri-orientamento”: il focus sta nell’aumentare, per quanto possibile, la consapevolezza di sé e la concretezza delle scelte, sia dei ragazzi che delle famiglie, per favorire percorsi scolastici sereni, che motivino e che gratifichino gli allievi, sostenendoli nel difficile percorso nella ricerca della costruzione della propria identità all’interno di un mondo che cambia, pieno di suggestioni, falsi valori e comodità seducenti. Principi base dell’educazione, condivisi soprattutto dai genitori che si preoccupano nel vedere il proprio figlio attraversare questa impasse, ma che riescono in ogni caso a mantenere salda la fiducia che il loro impegno e la loro disponibilità nell’accompagnare la crescita del figlio non sia affatto del tempo perso. Anche coinvolgendo gli esperti per un lavoro di squadra.

Le persone “fragili” nel periodo del Covid-19

Un’esclamazione naturale che a ognuno può salire alle labbra, tornando a casa esausti dal lavoro, con una giornata piena sulle spalle e sedendoci a tavola e la famiglia raccolta tutt’intorno: “Ma quanto è bello tornare e trovare qualcuno che ti aspetta con cui parlare, scambiare opinioni e raccontarsi le notizie su “com’è andata la tua giornata?!”

Alle volte chi gode di tutto ciò non si rende conto della sua fortuna.

In questo tempo di pandemia sono state citate molte categorie sociali: con attenzione particolare agli anziani, soggetti fisicamente deboli e quindi maggiormente esposti al rischio. Poi si è rivolta l’attenzione alle necessità dei lavoratori e ai loro datori di lavoro e ad ogni settore imprenditoriale, nondimeno si è pensato ai giovani e all’intero mondo-scuola. Si è ragionato e commentato facendo riferimento a queste tipologie sociali, spesso perdendoci dietro ad un’iperbole di numeri, di pareri, di dati di contagio, il tutto “condito” da cifre in rosso con riferimento alla situazione economica, presentando un quadro sempre più incerto e nebuloso, anche in prospettiva di quello che si farà o si potrà fare domani.

Stiamo dimenticando un’altra fetta di società, spesso marginale, in quanto tende a fare meno notizia e quindi attira meno la nostra attenzione: sono le persone fragili.

Pensiamo a tutte quelle situazioni nelle quali degli individui vivono soli, con problematiche di debolezza psicologica e di solitudine, già a rischio di emarginazione anche prima del dilagare della pandemia, che in questo periodo di Covid-19 si stanno smarrendo in dinamiche sempre più di solitudine, di chiusura e di isolamento.

Ci sono persone sole, isolate dal contesto sociale, persone “semplici”, oppure che hanno alle spalle storie tormentate dal punto di vista familiare e/o coniugale, o una vita afflitta da malattie psichiche e non solo fisiche.

È chiaro che questa pandemia comporta delle limitazioni, imposte dagli organi preposti a tutela della cittadinanza, che stanno pesando sugli equilibri di tutti, sia da un punto di vista personale, che sociale. Persone che vivevano una realtà di difficoltà già prima dell’avvento di queste restrizioni, ora si ritrovano aggiunto il peso del Covid-19, che sbilancia i sentimenti, amplificandoli nei loro echi di incertezze, inquietudini e provvisorietà. Infatti i problemi, le turbe, i disordini in ordine alla sfera psicologica ed esistenziale, stanno aumentando un po’ per tutti, ma soprattutto per quelle persone dotate di meno risorse di resilienza.

Il lockdown totale o parziale, diventa così un motivo in più per chiudersi nella propria solitudine, correndo il rischio di non ricercare più quei contatti sociali tra amici e parenti, che sono spesso l’unico stimolo per poter andare avanti. Pesa e soprattutto limita l’opportunità di quei pochi contatti e le relazioni fidate, e sono proprio questo tipo di persone dall’equilibrio già precario, che ne soffrono di più, e ne pagano il prezzo più alto. Tendono a chiudersi, isolandosi nel sicuro della loro casa o della loro camera, trascurando anche il semplice aspetto fisico e la pulizia di sè.

Per questo tipo di persone non c’è solo il Covid-19 con cui combattere: il loro sentimento di disperazione rischia di aumentare perché non trova sfogo, né soddisfazione in quando già prima avevano poche possibilità di confronto interpersonale, ma ora, non potendo uscire, ogni forma di aiuto risulta bloccata. La relazione con il vicinato, gli incontri con gli amici, le attività con i gruppi amatoriali o anche della semplice parrocchia, gli sportelli di aiuto, le azioni dei gruppi di volontariato, sono un elenco di occasioni di impegni quotidiani che sono qualità e motivo di vita e danno il limite alla propria esistenza ed esperienza. Sono risorse che permettono di vivere, trovando così speranza, giustificazione e sostegno per la propria realtà.

Allora ecco che una telefonata ad un amico e/o conoscente, una visita con la scusa di un caffè “a-distanza”, sono estremante preziose, in quanto il tempo trascorso assieme diventa il ponte che permette di andare avanti.